Lo scopo dell’ape
Come il sole e ciascun atomo di etere è una sfera circoscritta in sé e insieme soltanto un atomo di un tutto inaccessibile all’uomo per la sua immensità, così anche ogni persona porta in se stessa i suoi fini, eppure li porta in sé per servire a fini generali, inaccessibili all’uomo.
L’ ape posata su un fiore ha punto il bambino. E il bambino ha paura dell’ape,dice che lo scopo è quello di ferire la gente. Il poeta ammira l’ape che s’immerge nel calice del fiore e dice che lo scopo dell’ape è quello di assorbire l’aroma dei fiori.
Un apicoltore, osservando che l’ape raccoglie il polline dei fiori e lo porta nell’alveare, dice che lo scopo dell’ape è quello di raccogliere il miele.
Un altro apicoltore, studiando più da vicino la vita dello sciame,dice che l’ape raccoglie il polline per nutrire le giovani api e far nascere la regina, che il suo scopo è quello di continuare la specie.
Il botanico osserva che, volando sui pistilli col polline di una pianta dioica, l’ape la feconda, e il botanico vede in ciò lo scopo dell’ape.
Un altro, osservando la trasmutazione delle piante, vede che l’ape contribuisce a questa trasmutazione, e questo nuovo osservatore può dire che in ciò consiste lo scopo dell’ape. Ma lo scopo finale dell’ape non è né questo né quello, né un terzo che possono essere scoperti dall’ingegno umano. Quanto più l’ingegno umano si eleva nella scoperta di questi scopi, tanto più é evidente per lui l’inaccessibilità dello scopo finale. L’uomo giunge solo ad osservare la concordanza della vita delle api con gli altri fenomeni della vita. E così è per gli scopi dei personaggi storici e dei popoli.
Tratto da Guerra e Pace, Lev Tolstòj, Einaudi editore, traduzione di Enrichetta Carafa d’Andria
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